lunedì 9 marzo 2015

REPUBBLICA - Risposta a "I Figli Abbandonati e il peso delle parole"



In riferimento all'Articolo di @MichelaMarzano pubblicato su Repubblica:






Pubblichiamo  la risposta di un consigliere ANFAA qui di seguito:


Gentile Michela,

                  se il dibattito sull’accesso alle origini dei figli non riconosciuti alla nascita si fossilizzasse sul significato della parola “abbandono” sarebbe certamente limitato.
Non c’è dubbio che una persona si può sentire “abbandonata” anche se affidata dai genitori biologici a servizi sociali capaci e accoglienti. Per non parlare di coloro che sono stati gettati in un cassonetto o lasciati in una corsia d’ospedale. Per fortuna questi ultimi casi sono sempre meno frequenti e la grande maggioranza dei bimbi non riconosciuti è davvero accudita in un luogo protetto.
Mi sembra però onesto riconoscere che Anfaa non riduce le sue perplessità sull’argomento ad una questione di mero “lessico”, ma motiva le sue argomentazioni in modo molto articolato.
La sua affermazione (“Perché far finta di non sapere che c’è stato abbandono?”) mi obbliga a precisare che il nostro indugiare sulle parole è spesso motivato dalla superficialità con cui il mondo della comunicazione tratta argomenti delicati quali l’adozione.
Pertanto, mentre può essere comprensibile non essere d’accordo con le posizioni dell’Anfaa e ancora più importante comunicarlo al mondo, per aprire un dibattito sull’argomento, può essere fuorviante e non corretto, svalutare il pensiero altrui riducendolo ad una questione letterale.

Come prova della complessità della questione aggiungo anche questa considerazione.
Se anche le dicessi che per me l’”abbandono” esiste, unitamente al “dramma di tutte quelle persone che cercano disperatamente di avere accesso alle proprie origini”, non abbiamo ancora risolto la questione sottesa: il diritto della donna all’anonimato viene o non viene violato con l’accesso del figlio non riconosciuto alla nascita?

Come vede, non è solo una questione di “senso delle parole”.

Restando sempre disponibile ad un dialogo costruttivo, la saluto cordialmente

Graziella Tagliani
(Figlia adottiva e Consigliere Anfaa)

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